In data 14/02/2017 mi è stata concessa l’opportunità di provare Persona 5 presso gli uffici italiani di Koch Media. Prima di passare al gioco, tuttavia, vorrei aprire una parentesi che renderà più chiari i miei pareri successivi.
Il giorno di San Valentino doveva essere anche la data d’uscita europea di Persona 5. Purtroppo non è stato così, a causa del famoso ritardo che lo ha fatto slittare al 4 Aprile.
Eppure vi dirò che ne durante il giorno in cui fu annunciato il ritardo della data di uscita ne ora sono dispiaciuto di questo ritardo. Perché?
Perché la localizzazione di un titolo non è qualcosa che va preso sottogamba, specie in un gioco come Persona 5. Un titolo che sarà acquistato per lo più da giocatori già abituati ai Jrpg e che probabilmente sono tendenti a terminare la maggior parte, se non tutti, i contenuti di gioco disponibili.
Come annunciato precedentemente da Naoto Hiraoka, CEO della Atlus USA, il motivo di tale scelta fu non privare l’occidente di godersi il titolo appieno, esattamente come hanno fatto in Giappone.
Ho deciso di riassumere questa prima parte, e il motivo è semplice : Per quel lasso di tempo, seppur minimo rispetto al titolo per intero, ho visto in Persona 5 un potenziale realmente all’altezza di soddisfare i giocatori che amano i giochi di ruolo. Trovo che il vero spreco sia non poter godere appieno di un titolo così forte, piuttosto che 2 mesi di ritardo. E si può solo immaginare quanto una centrata ed esatta localizzazione o traduzione sia di vitale importanza in una serie come Persona, corposa di informazioni, testi e dialoghi.
Ma cosa, realmente, mi ha “rapito” di questo gioco?
A primo impatto, il modo stesso in cui si presenta. Persona 5 vuole catturare il giocatore fin da subito, con i suoi colori, con uno stile unico, come mai visti nella serie prima di ora. Vuole farsi notare dal giocatore, e resistergli non sarà facile.
Ma si sa che un Jrpg punta specialmente sulla trama, e come ogni predecessore, il quinto capitolo presenta un gruppo di ragazzi che affrontano tematiche abbastanza reali, quanto spiacevoli, dei giorni nostri, per poi sfociare in un’analisi più approfondita degli stessi.
Come di consuetudine, questi eventi sono contornati da momenti studiati ad alleggerire la tensione, e qui entrano in scena i cosiddetti “Comic Relief”, personaggi che spesso hanno il ruolo di rendere meno pesante e di strappare una risata al giocatore, senza interferire troppo con lo scenario principale.
Questo mix si amalgama bene, rendendo piacevole la lettura e senza distogliere l’attenzione del giocatore.
Se questi elementi, in un modo o nell’altro, sono già presenti in alcuni predecessori, Atlus ha letteralmente rivoluzionato, in una maniera inaspettata, tutto ciò che concerne il Battle-System e i Dungeon.
Come poteva riuscirci ? Chi ha giocato svariati Persona, saprà del distacco esistente tra il Battle System dei primi 2 Persona con quelli del terzo e quarto capitolo.
Atlus ha estrapolato il meglio da questi sistemi di combattimento e li ha fusi in un’unica entità. Il risultato è un sistema vario, completo, in grado di permettere al giocatore un’esperienza unica, seppur con elementi proposti nei titoli precedenti. Dai suoi 2 predecessori vengono riproposte gran parte degli ingranaggi di questo Battle System.
- L’ “All-Out Attack”, ovvero un attacco in gruppo eseguibile solo in determinate condizioni.
- Le “Persona” degli alleati potenziati tramite la meccanica “Confidant”(che prende il posto dei Social Link dei predecessori, con qualche differenza).
- Il Turn Press, ovvero una meccanica che permette sia il giocatore che l’IA avversaria di usufruire di un turno extra qualora si colpisca una debolezza avversaria (meccanica già presente anche in alcuni titoli “Shin Megami Tensei”, il franchise principale della Atlus)
A fare un grande ritorno(anche per la gioia dei nostalgici, perché no) dai primi 2 Persona invece sono :
- L’utilizzo di armi da fuoco, presenti nel primo capitolo, seppur con qualche limitazione, in quanto a differenza di quest’ultimo, I Phantom Thieves dovranno calcolare le munizioni a disposizione.
- Un grande ritorno alle origini della Atlus stessa, le negoziazioni con i demoni.
Una meccanica abbastanza intricata, il cui scopo è riuscire a contrattare(o forse oserei dire “ricattare” nel caso dei Phantom Thieves) con avversari non inerenti alla trama durante la battaglia.
Tale procedura può permettere al personaggio principale di estorcere denaro, oggetti o persino dominare il demone, il quale si schiererà dal lato dei Phantom Thieves, sotto-forma di Persona del protagonista.
Tuttavia non è tutto oro ciò che luccica e se la contrattazione non va per il verso giusto sarà la banda di ladri a pagarne le conseguenze. Una chicca aggiunta in questo capitolo al riguardo, differente dai predecessori, è il poter usufruire di tale comando una volta “messi in ginocchio” i nemici. In quel punto potremo scegliere se sferrare il colpo di grazia con l'”All-Out Attack” o se iniziare una negoziazione, la quale darà chance maggiori di ottenere ciò che si vuole.
Persona 5 introduce infine una funzione correlata al Turn Press, il “Baton Touch”. Questa funzione ha lo scopo di rendere ancora più ampio lo schema di attacco del giocatore, come?
Nei soliti Turn Press, il turno extra guadagnato poteva essere utilizzato dal personaggio che aveva soddisfatto tale condizione. In questo capitolo sarà possibile “dare il cambio” ad un personaggio a nostra scelta, dopo aver ottenuto tale turno extra. Il ciò permette di sbizzarrirsi sul campo di battaglia, dando vita a catene con attacchi di elementi diversi, al fine di mettere nemici di debolezze e resistenze elementali diverse al tappeto.
Ad avere un netto contrasto con i predecessori è invece l’interazione con i Dungeon.
Persona 5 propone un approccio stealth. Oltre ad essere più che consono con il tipo di Team che manovreremo, è anche una nuova sfida posta nella serie.
Essendo dei ladri, sarà fondamentale passare inosservati all’interno del Palace, e per farlo possiamo tentare diversi approcci.
Ci si può appoggiare dietro o a lato di alcuni elementi del Palace, siano divani, muri o pilastri, per poi stanare il nemico quando da le spalle, garantendo fruttuosi vantaggi all’inizio dello scontro. Oppure tenere un profilo basso e memorizzare lo schema di movimenti dei nemici per poi sgattaiolare via, ma non sarà sempre così facile. Essere scoperti non è affatto impossibile se non si è attenti all’ambiente circostante, e alla lunga, potrebbe portare spiacevoli conseguenze, qualora si venga notati per troppo tempo.
Diversi comandi d’azione possono essere effettuati all’interno del Palace. Per essere all’altezza dei “colpi”, bisognerà intrufolarsi nei condotti, effettuare dei salti e camminare su cornicioni e piani sopraelevati, oppure scavalcare in varie modalità alcune sicurezze laser.
Infine, il protagonista potrà usufruire di una corsa libera e molto più rapida(con una certa possibilità di essere sentiti da nemici nelle vicinanze) e di un’abilità che permette di “vedere” oggetti o arnesi con il quale si può interagire.
Persona è una serie di Jrpg che si è sempre distinta per una cosa in particolare, in special modo dal terzo capitolo in poi. Ad accompagnare la storia c’è sempre un’ottima base musicale, a mio parere in perfetta sintonia con l’interfaccia grafica e lo stile.
Ancora una volta, la combinazione dello stile “anime” e il duetto “Shoji Meguro” e “Shigenori Soejima” si rivela una mossa più che efficace, intrattenendo il giocatore e rendendo l’esperienza più piacevole sia da vedere che da sentire.
Queste sono le fondamenta sulle quali ho citato l’incredibile potenziale di questo Persona durante la mia premessa, ciò che ho potuto provare è stata un’esperienza breve, ma intensa. Molto incoraggiante, a dirla tutta.
Persona 5 si prospetta come un titolo “Must-Have” per i fan del genere, un’interessante alternativa per chi mastica Jrpg ma vorrebbe qualcosa che rompa i canoni più comuni e un’esperienza particolarmente ricca, come un mondo nuovo da esplorare per i neofiti del genere.
Sarà solo il tempo a stabilire ciò, ma siamo ottimisti. E’ chiaro come la luce del Sole che Atlus ha veramente dato il massimo in tutti i suoi settori per dar vita a questo quinto capitolo, e darle fiducia, e augurarle il meglio nello scenario occidentale, dove ancora non ha spiccato il volo è il minimo che si possa fare!