Annunciato il 30 dicembre 2018, al termine della messa in onda dell’OVA di Persona 5 the Animation “Dark Sun…”, uscito in Giappone il 31 ottobre 2019, Persona 5 Royal giunge in Occidente il 31 marzo 2020. Ammettiamolo: tutti sappiamo che è solo questione di tempo prima che Atlus annunci una versione aggiornata di ogni capitolo numerato della serie Persona, anche quando si tratta di una entry abbastanza recente come Persona 5, uscito in Giappone nel 2016.
L’annuncio di Persona 5 Royal ha dunque fatto sorgere una domanda spontanea: ne varrà davvero la pena? Domanda più che mai lecita se si parla di Persona 5, già tanto eccellente alla sua prima edizione da aver fatto piovere lodi, espanso oltre ogni aspettativa il fandom e addirittura essere stato selezionato per il Game of the Year 2017. Sin da subito non sono infatti mancati gli scettici, chi ha bollato Royal come un DLC a prezzo pieno o una subdola manovra di marketing.
Superare il proprio capolavoro era effettivamente un’impresa tutt’altro che semplice. Andiamo quindi dritti al sodo: Atlus è riuscita a rubarci due volte il cuore? Sì. Con una facilità imbarazzante.
Sin dalle prime battute Royal si dimostra una versione riveduta e corretta, ma soprattutto arricchita di Persona 5, tanto nel gameplay quanto nella trama. La prima differenza rispetto al gioco originale si ha già nell’introduzione, durante la quale l’elegante ingresso di Kasumi Yoshizawa accompagna una delle modifiche da noi più gradite: la presenza di nuove aree esplorabili all’interno dei dungeon, di cui parleremo nello specifico dopo una rapida panoramica dei nuovi personaggi.
Studentessa modello trasferitasi alla Shujin subito dopo il protagonista e stella della ginnastica ritmica, Kasumi è un personaggio per nulla banale, con una caratterizzazione e un background che si svelano a suon di colpi di scena. La sua trama si sviluppa parallelamente agli eventi del gioco, senza che la sua presenza risulti mai invasiva o troppo rilevante finché non giunge, infine, il suo turno sul palcoscenico. Difficile da inquadrare, Kasumi si mantiene in equilibrio sulla linea tra alleato o detrattore dei protagonisti senza schierarsi, ma fornendo al giocatore un nuovo, critico e lineare punto di vista sulle azioni dei Phantom Thieves.
Subito dopo il primo Palace, avremo presto il piacere di conoscere il gentile e maldestro dottor Takuto Maruki, consulente scolastico assunto dalla direzione della Shujin per fornire assistenza psicologica agli studenti coinvolti nel primo caso risolto dai Phantom Thieves. Il dottor Maruki incontrerà nel corso del gioco tutti i membri dei Phantom Thieves, regalando loro screentime e approfondimento psicologico.
Royal ci propone tre nuovi Confidant: Faith, Kasumi Yoshizawa, Councillor, Takuto Maruki, e una nuova versione di Justice, Goro Akechi. Quest’ultima si differenzia dall’originale non solo per i contenuti, avremo infatti modo di scavare a fondo nel passato di Goro, ma anche in quanto non progredirà più con l’avanzare della trama e dovrà essere coltivata manualmente come i normali Confidant.
Ultima aggiunta al cast è Jose, una misteriosa creatura dai tratti infantili che non gode di un proprio Confidant e compare solo all’interno del Mementos. Grazie al suo negozio itinerante potremo scambiare timbri a forma di stella e fiori raccolti nei tunnel con oggetti o modificare la cognizione del Mementos per ottenere più EXP, oggetti rari o denaro. Ultima funzione di Jose è quella di trasmutare i Will Seeds raccolti nei Palace in utilissimi accessori.
Se vi state giustamente chiedendo cosa siano i Will Seeds, si tratta di una delle numerose aggiunte che impreziosiscono il gameplay già ricco di Persona 5.
Abbiamo accennato alla presenza di nuove aree esplorabili, per la precisione tre a Palace. Non sempre di facile individuazione o raggiungimento e spesso custodite da miniboss, esse sono la culla dei Will Seeds, incarnazioni dei desideri distorti del proprietario del Palace sotto forma di teschio irradiante un bagliore rosso, verde o blu; non abbiate paura di perdervene uno, Jose non mancherà di raccoglierli e rivenderli nel suo negozio al “modico” prezzo di 400 fiori. Una volta sintetizzati, i Will Seeds si trasformeranno in un accessorio equipaggiabile, con un’abilità unica ispirata al relativo boss. Da evidenziare il sapiente utilizzo del sonoro nelle zone dei Will Seeds, riconoscibili grazie al riecheggiare della voce distorta fino al grottesco del proprietario del Palace.
Ad ogni accesso ai Palace partiremo con il Security meter automaticamente al 40%, percentuale che si abbasserà combattendo o annullerà del tutto accedendo ad una Safe room. Nel nostro gioco di guardie e ladri con le Shadow regolari, tra le quali sono ora annoverati anche i Treasure Demon, non potranno mancare alcuni nuovi oggetti utilizzabili premendo il tasto quadrato: quello che in Persona 5 era l’Auto-recover è adesso una lista di oggetti con cui alterare la percezione dei nemici e sgusciare più facilmente sotto il loro naso. A rendere fresca e dinamica l’esplorazione saranno alcune piccole modifiche ai rompicapo che già conosciamo e l’introduzione del rampino, essenziale per tracciare le nuove aree, grazie al quale i Palace acquisiscono maggiore tridimensionalità.
E se pensavate di essere salvi da un viaggio ancor più lungo nelle profondità del Mementos… beh, arrendetevi, perché Atlus non si è risparmiata neanche sotto questo fronte. Nuove Request e una nuova area vi aspettano a braccia aperte, nonché un nuovo Palace, ma il discorso andrà chiuso qui per non discendere anche nelle profondità dello spoiler.
Per quanto riguarda i combattimenti, tutte le battaglie coi boss principali sono state arricchite con una nuova fase o nuovi elementi che le renderanno più scorrevoli o ardue a seconda del comportamento del giocatore.
Anche il Baton Pass è stato leggermente ritoccato, in modo che ogni passaggio potenzi l’attacco successivo e recuperi punti vita e magia. Non perdere il conto dei Baton Pass già compiuti è molto semplice grazie agli anelli di tonalità e intensità diverse che compariranno attorno al personaggio ad ogni passaggio.
Altra fantastica novità sono gli Showtime, vere e proprie scenette tra coppie di personaggi dal sapore perlopiù comico. Esse si sbloccheranno progredendo con la trama, ma dovranno essere discusse durante una riunione al covo prima di diventare utilizzabili. Ogni personaggio ne ha due a disposizione, ad eccezione di Futaba che però finalmente ottiene il suo All-Out Attack.
Tra le nuove Shadow spiccano le Disaster, caratterizzate da un’aura violacea, statistiche più alte del normale, drop di oggetti rari e un atteggiamento inizialmente docile; una volta sconfitte esse esploderanno, arrecando considerevoli danni a tutti gli altri avversari.
Nuove Shadow è sinonimo di nuove Persona, alcune delle quali erano prima ottenibili solo tramite fusione all’interno della Velvet Room. E a proposito di Velvet Room, preparate le vostre orecchie alla sirena che scatterà di tanto in tanto durante l’esplorazione di Mementos e Palace: è la vostra occasione di fiondarvi in una bellissima Velvet Room dalle tinte scarlatte. L’allarme rosso è breve e va sfruttato saggiamente, giacché vi permetterà di creare Persona molto più potenti del normale, con tutti gli slot usufruibili e la possibilità che le skill si evolvano autonomamente in skill ancor più forti.
Royal non si limita però ad ampliare il Compendium, aggiunge anche i Tratti, ovvero abilità passive ereditarie che potenziano gli attacchi magici o fisici, le chance di infliggere status alterati o esserne immuni, etc etc. Insomma, nella Velvet Room di Royal non si creano Persona, si creano carri armati.
In cambio sarete moralmente obbligati a scortare Caroline e Justine in giro per Tokyo, missioni per le quali sarà necessario sbloccare tutte le aree d’interesse disponibili.
Sarebbe stato iniquo limitare al protagonista l’accesso a nuove Persona, pertanto anche tutti gli altri membri dei Phantom Thieves possono, durante certi dialoghi nel nuovo arco narrativo, ottenere una terza Persona, ma solo a patto che i relativi Confidant siano completi.
In questa selva di Confidant è possibile sentirsi sopraffatti, ma non temete: Kichijoji esiste anche per questo. Tra le nuove zone della città di Tokyo, Kichijoji è l’unica liberamente esplorabile e sede di un club di biliardo e freccette al quale potrete invitare tutti i Phantom Thieves, alzando le vostre Social Stats, l’affinità con tutti i compagni e il loro Baton pass rank in un colpo solo a seconda del gioco che proporrete. Utile per ottenere nuove skill è anche il Jazz Club, con in sottofondo un bellissimo brano cantato da Lyn.
Tra nuove tracce musicali, nuovi dialoghi doppiati, nuove interrogazioni ed esami e nuove cutscene, non potevano mancare dei nuovi finali. Per la precisione due, una bad ending e una true ending, entrambe in perfetto stile Persona. Unico requisito per sbloccare il nuovo arco narrativo e non ottenere il finale del gioco originale è portare al Rank 9 il Confidant di Takuto Maruki entro il 17 novembre.
È di Atlus che parliamo, non ci stupiamo che grande attenzione sia stata data anche ai dettagli. Aguzzando la vista potremo vedere sin dalle prime battute di gioco i tanti personaggi che popolano Persona 5 Royal bazzicare per i luoghi che frequentiamo giornalmente, da Haru che chiacchiera coi professori a Goro che ci passa accanto mentre andiamo a scuola, da Ann che passeggia con Shiho a Makoto che ci segue fino a Kichijoji (che è parecchio lontano dalla Shujin!). Il comparto grafico ci regala chicche come sfondi della chat abbinati alla stagione in corso ed effetti sul calendario che enfatizzano il tempo meteorologico.
Ultimo ma non per importanza è il Thieves Den, modalità accessibile dal menù di gioco che ci catapulterà in una sorta di museo personalizzabile, dove potremo rivedere le cutscene, ascoltare la OST, giocare a carte, ammirare le illustrazioni ufficiali di Persona 5 e persino cambiare personaggio giocante, diventando il nostro membro preferito dei Phantom Thieves.
La versione occidentale di Persona 5 Royal non gode solamente del dual audio, ma anche e soprattutto di sottotitoli in italiano. Già nell’ambito spinoff avevamo visto due Persona in italiano, ma Royal è il primo capitolo numerato in tutta la storia della serie ad essere stato tradotto.
Ladri Fantasma di Cuori, risveglio del cuore (change of heart), Staffetta (Baton pass), Rapina (Hold up), Assalto (All-Out Attack) e Stanza di Velluto sono termini a cui ci dovremo abituare, che ci piacciano o meno. Ad aver mantenuto il nome inglese sono solo le Safe room.
La localizzazione ha grandi punti di forza, ma purtroppo anche clamorosi scivoloni.
Non possiamo che premiare l’incredibile buona volontà nel tradurre tutto, arrivando addirittura ad italianizzare i nomi di alcune Persona, certi lampi di genio nell’adattare titoli di DVD e film basandosi sull’assonanza, la bravura nel far trapelare la caratterizzazione dei personaggi dal loro lessico, soprattutto nei casi di personaggi volgari come Ryuji.
Tuttavia saltano all’occhio anche errori di battitura, di ortografia e nella coniugazione dei verbi, così come un goffo tentativo di imitare lo stile del gioco originale durante i combattimenti dividendo su più righe scritte come “Hold – up!” e “Baton – pass”, che però diventano strani “Rapi – Na!” e “Staff – Etta”.
Quanto però abbiamo riscontrato di più grave è il tentativo più volte fallito di adattare le risposte dei test scolastici anche quando la domanda richiede espressamente l’uso della lingua inglese (se non addirittura del giapponese). Ragionare in inglese o giapponese vi condurrà solo a sbagliare la risposta: dovrete affidarvi alla lingua italiana, ai suoi modi di dire e regole grammaticali anche là dove l’opzione che richiama l’inglese appare logicamente più corretta. Oppure potrete barare premendo il pulsante touch pad per visualizzare le percentuali delle risposte degli altri giocatori.
Un peccato, vero, ciononostante non possiamo che essere felici di sapere che Persona 5 Royal renderà la saga finalmente accessibile anche a coloro che non padroneggiano l’inglese.
In conclusione, Persona 5 Royal prende la grandiosità di Persona 5 e la supera, confermandosi un fantastico JRPG e degna bandiera della saga di Atlus. Un viaggio che non si limita più a trattare il tema della ribellione ad una società marcia, ma che mostra anche quel che viene dopo la rivolta: il dolore del cambiamento, la difficoltà nel lasciarsi alle spalle il passato e accettare una nuova realtà, la ricerca del proprio posto in un mondo diverso da come ce lo aspettavamo. Lo fa con una malinconica dolcezza anomala alle tinte violente di Persona 5, ma comunque capace di arrivare dritta al cuore.
Forte di una localizzazione in italiano, Persona 5 Royal è un must per i fan di vecchia data così come per chi aspettava un’occasione per avvicinarsi alla saga.