Persona 3: uno speciale sulla vita attraverso gli occhi della morte.
Premessa: Dentro questa rubrica troverete numerosi e pesanti spoiler su Persona 3 e i suoi personaggi. Consci di ciò, vi auguriamo una buona lettura!
Se tutti siamo consapevoli che il 31 Gennaio sia la data più importante di Persona 3, lo stesso non si può dire per un simpatico e alquanto macabro particolare che passa facilmente inosservato: dalla rivelazione di Ryoji in poi, il nostro Protagonista annoterà sul suo calendario, alla data in questione, uno scherzoso “End of the world”, che permarrà anche nel New Game+ sin dall’inizio del gioco.
Con questa chicca, in occasione del 31 Gennaio vogliamo parlarvi di Persona 3.
Un’altra cosa di cui tutti siamo consapevoli, è che la serie di Atlus ama affrontare argomenti maturi, adatti ad un pubblico che nei videogame non cerca unicamente intrattenimento, ma anche riflessioni profonde.
Persona e Persona 4 ci hanno mostrato quanto difficile possa essere accettare noi stessi per quel che siamo, senza vergogna né maschere; Persona 2 tratta il tema della famiglia, non in senso classico ma intesa come persone per cui si è disposti a combattere il destino… e, perché no, distruggere e creare nuovi universi; Persona 5 ha ribaltato il tema della società, focalizzandosi sulla ribellione, la rivoluzione che spinge ad alzare la voce contro le bugie e darsi una mossa, altrimenti cosa cambierà mai?
E poi c’è Persona 3, che ci sbatte in faccia la morte dal primo all’ultimo secondo di gioco. E se contiamo la sezione Answer, stiamo parlando di 120 ore di morte, morte, morte.
La cosa però davvero interessante è il motivo per cui Persona 3 affronta il tema della morte, che potremmo spiegare con la celebre metafora della punta dell’iceberg: oltre uno strato superficiale, sott’acqua risiede una lore che vi lascerà senza parole. Credetemi.
E preparatevi un caffè, ne avremo per un po’.
1 → Vi presento Theia, per gli amici Nyx.
Prima di presentarvi Theia, però, devo presentarvi un simpatico e interessante libriccino: Persona 3 Club Book, edito nel 2006 poco dopo l’uscita di Shin Megami Tensei: Persona 3. Purtroppo Persona 3 Club Book non ha mai lasciato il Giappone, motivo per cui non lo troverete in inglese.
Il P3 Club Book contiene una raccolta di materiale riguardante la lore, i personaggi e l’ambientazione di Persona 3, più una serie di fanart, storie brevi etc. Il tutto è stato realizzato sotto la supervisione del direttore Katsura Hashino e del team Persona, rendendo perfettamente canonico tutto ciò che leggerete da qui in poi.
Ma adesso parliamo della nostra guest star: Theia.
Effettuando una rapida ricerca su internet, scoprirete che Theia è un pianeta ipotetico che, secondo la teoria dell’impatto gigante elaborata nel 1975 da William Hartmann e Donald Davis, avrebbe portato alla creazione della luna impattando con la Terra.
Ma cosa c’entra con Persona 3? E se vi dicessi che Nyx è Theia? Hold your horses, adesso vi spiego. O meglio, vi illustro la spiegazione fornita dal team Persona nel P3 Club Book.
Stando a quanto spiegato nel P3 Club Book, il pianeta Theia non è altro che Nyx: Nyx è dunque un corpo alieno, un vero e proprio pianeta. E non uno qualsiasi: ma un pianeta provvisto di una propria coscienza.
Dopo aver impattato con la Terra, la materia che componeva il corpo di Nyx si è disgregata, mentre la sua coscienza si è mescolata a quella del pianeta Terra.
La psiche di Nyx, a questo punto prigioniera della Terra, ha scatenato quelle che vengono definite “Onde di Morte” contro le forme di vita primordiale allora presenti sul pianeta.
E questo mescolarsi di istinto di sopravvivenza delle forme di vita sulla Terra e delle Onde di Morte di Nyx ha creato qualcosa, qualcosa che noi giocatori di Persona 3 conosciamo molto bene: il Collective Unconscious.
Per coloro che hanno bisogno di una rispolverata: Collective Unconscious è il nome con cui in Persona ci si riferisce alla volontà della razza umana, originata dai pensieri di ogni individuo.
È, per farla breve, quel che alla fine di ogni Persona convince il cattivo di turno che sterminarci tutti è una buona idea.
Le origini della Collective Unconscious risiedono proprio in questo: la somma della forza della vita e di quella della morte. Subendo l’attacco delle Onde di Morte di Nyx, lo sviluppo della vita sulla Terra ha subito un’accelerazione improvvisa, portando alla nascita di forme di vita più complesse. Tutto è, insomma, vita risultante dalla morte.
“La vita allora esistente sul pianeta ha sigillato Nyx all’interno della Collective Unconscious. L’energia che ha reso possibile sigillare Nyx sono stati i pensieri complessi: il desiderio di vivere, la paura della morte, pensieri che hanno soppresso gli effetti letali della volontà senziente di Nyx. È piuttosto ironico come Nyx, che avrebbe dovuto portare alla distruzione di ogni forma di vita sulla Terra, sia diventata il catalizzatore che ha permesso alle forme di vita di evolversi e sviluppare pensieri complessi.
È interessante come Nyx tragga la sua nomea dall’omonima dea greca, ritratta nella mitologia come l’archetipo della Madre. Adesso la verità ti sarà chiara: siamo tutti figli di Nyx, e lo siamo sempre stati.”
(Persona 3 Club Book – per la traduzione si ringrazia @nenilein)
Un’altra chicca prima di proseguire col nostro discorso: Nyx, ovvero “Notte” in greco, è la madre di Morte e Sonno.
Sì, stiamo parlando proprio di Thanatos, il Persona che più rappresenta Makoto, e Hypnos, il Persona di Takaya Sakaki. Questo particolare legame di parentela sta a sottolineare il rapporto di rivalità tra il leader del S.E.E.S. e il leader degli Strega.
2 → Oltre il sentiero esiste solo la fine assoluta.
Nyx, nel discendere sulla Terra il 31 Gennaio, non mira ad eradicare ogni forma di vita, ma ad annullare quel desiderio di sopravvivere di cui abbiamo parlato nella prima parte della nostra rubrica: la “fine del mondo” in Persona 3 non è la morte, ma la distruzione assoluta delle emozioni.
Quella condizione di apatia è incarnata dalla Apathy Syndrome, la “malattia” che durante tutto il gioco dilaga per Port Island, trasformando le persone aggredite dalle Shadows in gusci vuoti e privi di emozioni.
Se il desiderio di sopravvivere viene soppresso, Nyx riesce a rompere il sigillo, fuggire dal Collective Unconscious e avere la sua tanto agognata libertà.
È per questo che Makoto si sacrifica: per diventare il nuovo sigillo di Nyx e combattere Erebus, l’incarnazione del desiderio di morte degli esseri umani.
Le parole di Ryoji si rivelano ancora una volta sibilline: Nyx non può essere distrutta, la morte non può morire. Un aspetto molto originale di Persona 3 risiede proprio in questa coraggiosa scelta di Atlus: il nemico non può essere annientato, e a salvare il mondo non è la forza dell’amicizia, come spesso accade nei JRPG, ma il sacrificio.
I legami sono ciò che fornisce a Makoto la forza di placare Nyx; il sacrificio di Makoto è ciò che sigilla temporaneamente Nyx.
3 → Nati per morire.
Ma abbandoniamo i discorsi di natura interplanetaria per tornare a qualcosa di più vicino a noi: i personaggi di Persona 3. Questo straordinario e indimenticabile cast, composto da un gruppo di ragazzi che distrugge l’archetipo del gruppo di amici uniti e affiatati.
I protagonisti di Persona 3 sono nove ragazzi atipici: per lo più solitari, per nulla invogliati a fare amicizia, uniti sotto la bandiera del S.E.E.S. semplicemente perché è uno sporco lavoro, ma qualcuno lo dovrà pur fare.
Ognuno di questi ragazzi è entrato a contatto con la morte, ha vissuto la violenza o ha desiderato cambiare vita senza riuscirci:
- Makoto, il Protagonista, ha visto i suoi genitori morire per mano di Death, del quale poi è diventato il contenitore. È ovviamente il personaggio che più tra tutti vive il contatto diretto con la morte, sia a livello fisico che spirituale.
- Yukari lotta per far luce sulla tragica morte di suo padre, deceduto durante la fuga di Death dai laboratori del Kirijo Group.
- Junpei vive non solo il dramma di un padre alcolizzato e violento, ma soprattutto la devastante perdita di Chidori.
- Mitsuru porta sulle spalle il peso di tutti coloro che hanno perso la vita per colpa del Kirijo Group, e subirà la perdita del padre durante il gioco.
- Akihiko e Shinjiro sono legati dalla morte della sorellina di Akihiko, Miki, avvenuta quando erano ancora bambini all’orfanotrofio.
- Ken è alla ricerca di una vendetta solitaria contro Shinjiro, artefice della morte di sua madre. “Vendetta solitaria” perché, pur avendo Ken visto il Persona di Shinjiro uccidere sua madre, nessuno è stato disposto a credere alle fantasie di un bambino traumatizzato, spingendolo così a farsi giustizia da solo nonostante sia solo uno studente delle medie.
- Koromaru, sì, persino Koromaru: lo conosciamo quando il suo padrone, proprietario del tempio Naganaki, viene a mancare.
- Aigis, l’automa che svilupperà emozioni umane proprio quando conoscerà la paura della morte della persona a lei più cara, ossia Makoto.
- Fuuka rischia la vita proprio nella sezione di gioco in cui la conosciamo, e se nella sua vita non è la morte di qualcuno a fare la differenza, è la separazione a farlo.
La Morte nei tarocchi, così come in Persona 3, non viene vista come qualcosa di definitivo, ma come una condizione di passaggio, che induce un cambiamento. Ed è il modo in cui i personaggi affrontano questi cambiamenti ad ampliare lo spettro delle emozioni umane che rendono Persona 3 un gioco tanto toccante: dall’aspettativa di liberazione attraverso l’annientamento degli Strega, alla rassegnazione di Akinari, alla piaga che condiziona l’intera vita di Ken e Shinjiro, alla prova da superare di Mitsuru per diventare il degno successore di suo padre.
Emblematico è il caso di Chidori Yoshino, membro degli Strega a cui è dedicata una delle porzioni di gioco più intense e commoventi. Partendo come personaggio antagonista, Chidori potrebbe dare l’impressione di essere una stereotipata gothic lolita che non avrà alcun importante impatto sulla trama. Legandosi però lentamente a Junpei, Chidori subisce un cambiamento radicale che la porta a rielaborare la sua visione della vita e della morte davanti agli occhi del giocatore, che segue la sua evoluzione.
Il suo è probabilmente uno degli sviluppi caratteriali che meglio esprimono ciò che vogliamo spiegare in questa rubrica, motivo per cui non possiamo che spendere qualche parola per lei.
Chidori è un personaggio straordinariamente umano, che si confronta con la paura di affezionarsi a qualcuno perché tutto è destinato a finire: memento mori. Cresciuta in seno al Kirijo Group con Takaya Sakaki, Jin Shirato e Sho Minazuki, è una dei pochi ad essere sopravvissuta agli esperimenti di risveglio forzato dei Persona. Possiamo solo immaginare quanto questi ragazzi abbiano sofferto fisicamente e psicologicamente, e non c’è da stupirsi se gli Strega vedono nella venuta di Nyx la giustizia che non hanno mai avuto.
L’apatia di Chidori è tale da spingerla a commettere autolesionismo ed usare il proprio sangue per disegnare. La sua fragilità si rivela nelle scene in cui rifiuta le premure di Junpei, sospettando in un primo momento che la sua disponibilità sia uno stratagemma per farle rivelare informazioni su Takaya e Jin, e solo dopo rendendosi conto di quanto siano sincere e genuine le sue intenzioni. Junpei vede in Chidori una fragilità simile alla sua, motivo per cui decide di aiutarla a comprendere il vero valore della sua vita.
Per questo motivo Chidori affronta finalmente la sua paura della morte, in una delle scene più toccanti del gioco, sacrificandosi per Junpei e rassicurandolo su come saranno per sempre insieme e neanche la morte sarà in grado di separarli. Il Persona di Junpei si evolve allora in Trismegistus, il prodotto, un figlio se vogliamo, della fusione di Hermes e Medea.
Come ulteriore prova della veridicità delle sue parole, Chidori ci colpisce di nuovo al cuore quando, pochi giorni dopo la tragedia, i ragazzi ritrovano il suo album da disegno, sul quale ella ha disegnato, per la prima volta a matita e non col proprio sangue, un bellissimo ritratto di Junpei sorridente.
Chidori è un eclatante esempio di ciò che Persona 3 vuole trasmettere: i legami trascendono e vincono la morte. Proprio i legami che permetteranno a Makoto di fronteggiare Nyx.
4 → La vita attraverso gli occhi della morte.
Arrivati al termine del nostro piccolo viaggio nel mondo cupo ma anche pieno di luce di Persona 3, probabilmente avrete capito il vero intento di questa rubrica.
Persona 3 non ha come tema portante solamente la morte: parla di vita, di speranza, di futuro, di cambiamento, di nuovi inizi. L’astuta scelta di Memento Mori come motto del gioco non è, come inizialmente può sembrare, un grottesco “ricordati che devi morire” che suona come una condanna, ma un “ricordati di vivere, perché prima o poi tutto questo finirà”.
Credo fermamente che sia questa la famosa Answer to life che Makoto comprende alla fine del suo viaggio, e che lo consegna alla morte con un sorriso pacifico sul volto.
Persona 3 celebra il dono della vita attraverso un viaggio che parla di morte, e lo fa con la delicatezza dei fiori a cui Chidori cede parte della sua vita, con la violenza di Shinjiro che morendo chiede a Ken di essere forte e vivere, con la disperazione di Aigis che rifiuta la sua parte umana perché incapace di sopportare il dolore della perdita di Makoto, e con il reminder di Ryoji: prima o poi ci rivedremo, perché Nyx è invincibile.