Sviluppatore | Atlus |
---|---|
Publisher | Atlus |
Designer | Kazuma Kaneko |
Direttore | Naoto Hirakoa |
Sceneggiatura |
Tadashi Satomi |
Compositore | Shoji Meguro |
Piattaforma | PSX, PSP |
Data d’uscita | 24 giugno 1999 |
Sviluppatore | Atlus |
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Publisher | Atlus |
Designer | Kazuma Kaneko |
Direttore | Naoto Hirakoa |
Sceneggiatura |
Tadashi Satomi |
Compositore | Shoji Meguro |
Piattaforma | PSX, PSP |
Data d’uscita | 24 giugno 1999 |
TRAMA
Sumaru City: una città ricca un po’ di tutto, immersa nella tipica vita sociale giapponese. Alla scuola Seven Sisters, un ragazzo di nome Tatsuya Suou riceve una lettera da parte di Lisa Silverman, sua amica e pretendente, per conto di Eikichi Mishina, il “death boss” della scuola Kasuguyama. Tatsuya è invitato nel ritrovo del boss il pomeriggio di quel giorno stesso. Lì, Tatsuya e Lisa scopriranno di essere in possesso di misteriosi poteri, così come Eikichi. Dopo uno scontro i tre, in stato di incoscenza, incontreranno un’entità di nome Philemon, che li introdurrà al mondo dei Persona e li avviserà del fatto che “le dicerie stanno prendendo vita”. Intrigata da tale frase, Lisa convince i due a provare un gioco molto in voga: “Joker Game”. Questo consiste nel digitare il proprio numero di telefono dal proprio cellulare. Una volta apparso il Joker, il cui potere consiste nel rendere reali gli ideali della gente, egli apparirà in veste molto ostile. Joker esiterà ad ucciderli, ma prima di andarsene dirà loro: “Finché non ricorderete quello che mi avete fatto, finché non sarete coscenti di chi io sia davvero, non ha senso porre fine alla vostra esistenza”.
Da qui i tre ragazzi inizieranno la loro avventura, che coinvolgerà tutta Sumaru e successivamente anche il mondo intero. Un viaggio intriso di pericoli, ostacoli e il ritrovamento di un’infanzia dimenticata, con i suoi “nuovi” ma vecchi amari ricordi.
RECENSIONE
Persona 2 – Innocent Sin, un JRPG classico che mantiene molte sfaccettature di gameplay del primo capitolo, alcune di queste migliorate. Pubblicato come sempre dalla Atlus, è il remake disponibile per PSP dell’omonimo gioco per PSX. Seppur molti elementi presenti all’interno del gioco siano ricorrenze dal primo capitolo, Persona 2 offre nuove sistematiche di gioco, sia in termini di Battle System, che fuori da esso. Gettandosi all’avventura in quelle che sembrano vicende quasi normali nella città di Sumaru nei panni di Tatsuya, un silenzioso studente della Seven Sisters High School, il giocatore riscontrerà una trama, come nel primo capitolo, molto riflessiva. Sebbene questo sia uno dei punti di forza principali del gioco, anche un titolo come questo possiede qualche piccolo difettuccio\pecca.
Rimanendo nello stile della vita giapponese, Persona 2 avvolge una piccola città in eventi inizialmente intricati e misteriosi, che in realtà altro non sono che conseguenze di qualcosa avvenuto molto prima. La specificità dei personaggi, maggiore rispetto al primo titolo, offre al player più possibilità di prediligere un Tatsuya a un Jun o viceversa, oltre che potersi immedesimare in essi per carattere o somiglianze generali come lo stile di vita.
La trama è lineare e diretta, ecco perché Persona 2 offre una molteciplità di modalità, di vario tipo, per ammazzare il tempo, magari per evitare di fare troppi dungeon di fila. Dal casinò al teatro, dove si intraprendono quest secondarie, dal negozio di cd dove acquistare le tracce nella colonna sonora del gioco e ascoltarle alle varie cucine di ramen e locali. Con Persona non ci si annoia, questo è garantito.
Confermiamo circa 50 ore di pura storyline, con diverse strade secondarie per poter fare davvero molte cose. Persona sembra proprio essere una di quelle poche saghe che più durano, meno annoiano. Mettendolo a paragone con il primo titolo, in termini di longevità è inferiore, anche perché presenta un solo finale e nessuna storia alternativa, seppur possa venire lo sfizio di rigiocarlo per via di molte cose che si possono rendere diverse durante il gioco tramite scelte e comportamenti di Tatsuya.
Riguardo le musiche la scelta è vasta, basta immaginare che nelle impostazioni di gioco c’è la possibilità di usare le tracce originali, provenienti dalla versione PSX, o quelle attuali per PSP, arrangiate da Shoji Meguro. Meno canzoni cantate rispetto al primo capitolo, ma molte di più come quantità e terribilmente azzeccate: temi di battaglia che caricano il giocatore e tracce suggestive adatte alle situazioni, più qualche canzone vera e propria, come “By Your Side”, “Joker” e la splendida opening “Unbreakable Tie”. Una nota positiva rispetto al primo capitolo è che qui ogni personaggio del party ha una theme, anzi due: quella standard e la versione “Sad”, a denotare una parte specifica del gioco in cui il personaggio in questione sta affrontando un momento brutto.
Infine ci sono dei dialoghi parlati, sia negli AFM sia nelle battaglie (solitamente quelle contro i boss).
Nota: ovviamente Satomi Tadashi c’è ancora, insieme alla sua canzoncina “sponsorizzante”, per giunta remixata in 4 versioni diverse, una di queste in old-gaming style, come le musiche del SNES per intenderci.
Un miglioramento lieve nel mapping rispetto al precedente titolo, artwork migliorati, con la possibilità di notare diverse espressioni dei personaggi a seconda di quel che esprime il loro stato d’animo. Tuttavia, a parte la opening, tutti i filmati provengono direttamente dalla versione per PSX. C’è stata una maggior cura nella realizzazione dei luoghi, dei dungeon (anche perché non ci si muove più in stile dungeon crawler, ma nello stesso modo del classico rpg). Una maggiore macchinosità e lentezza purtroppo la si ha nelle movenze dei pg in battaglia.
Battle System simile a quello di Revelation Persona come sistematica, anche se ora vi è una scaletta di turnazioni che vi indicherà chi attacca per prima. La possibilità utilizzare skill combinate tra più personaggi è un plus di non poca nota, e può anche risultare divertente cercare di sperimentarle da solo. Una volta capite le combinazioni elementali, ci si può cimentare in tale impresa. Altre diversità in battaglia le noteremo rispetto al primo capitolo per quanto riguarda gli elementi e i tipi di attacchi, che andrete scoprendo andando avanti nel gioco.
Infine il sistema di negoziazione con i demoni, più innovato, permette di interagire con comandi speciali in cui 2 o 3 personaggi al massimo interagiscono contemporaneamente col demone, dando vita a simpatiche gag e altre scene che nella contrattazione singola non possono avvenire.
Purtroppo le battaglie sono un po’ lentucce come velocità. Il porting è stato realizzato in maniera simile a Persona 1. Come già accennato prima, vi è una differenza nei movimenti, poiché il gioco ha abbandonato lo stile dungeon crawler e quindi si ha la totale libertà di esplorare come e quanto si vuole.
Complessivamente, Persona 2 è un gioco decisamente da consigliare a tutti coloro che adorano gli JRPG e le trame che sanno prendere davvero. Atlus ha anche questa volta colto nel segno, rilasciando un capolavoro. Qualche piccolo difettuccio come la lentezza in battaglia può essere tranquillamente essere messo da parte, considerato che nell’insime il titolo è più che meritevole di essere giocato.
La trama ha anche del surreale e permetterà al giocatore di rivedere nozioni di storia vera, in riferimento ad eventi o persone realmente esistite. Persona 2 garantisce longevità, divertimento, e, un po’ meno, la difficoltà, almeno rispetto al primo titolo. Immergetevi anche voi nella città di Sumaru e godetevi questa fantastica storia di Tatsuya e compagni!