Sviluppatore | Atlus |
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Publisher | Atlus |
Designer | Kazuma Kaneko |
Direttore | Naoto Hirakoa |
Sceneggiatura | Tadashi Satomi |
Compositore | Shoji Meguro |
Piattaforma | PSX, PSP (Jap) |
Data d’uscita | 29 giugno 2000 |
TRAMA
A seguito degli eventi accaduti in Innocent Sin, altri pericoli sconvolgono la città di Sumaru. Nella fattispecie, questa volta le vicende saranno vissute in prima persona da Maya Amano, reporter del Kismet Publishing e personaggio giocante ma non protagonista del precedente capitolo.
La ventitreenne sembra non ricordare nulla degli eventi accaduti nell'”other side”, la dimensione in cui si svolge la storia di Innocent Sin. Seppur qualche particolare de ja vù in merito ad un certo ragazzo, Maya conduce una vita tranquilla, incurante del fatto che nel preciso istante in cui lei, Tatsuya, Lisa, Eikichi e Jun erano convinti di aver salvato il mondo, in realtà, per qualche ragione sconosciuta, il mondo è stato condannato ad affrontare una nuova prova.
Maya, i cui articoli sono puntualmente rifiutati dalla direttrice del Kismet Publishing perché ritenuti “troppo seri”, viene incaricata di svolgere delle indagini e redigere un articolo sul JOKER, la nuova leggera urbana che circola per le strade di Sumaru. Si dice infatti che se componi il tuo stesso numero di telefono, a rispondere sarà il JOKER, pronto ad uccidere qualcuno su richiesta. Quando Maya però incontra veramente il fantomatico killer, le cose iniziano a prendere una piega inaspettata…
RECENSIONE
La trama appare molto lineare, celere e scorrevole, senza trascurare dettagli importanti come i sentimenti dei personaggi e il loro sviluppo psicologico. Presente è un buon numero di colpi di scena, seppur la maggior parte accada solo alla fine, ma chi si accinge a giocarlo per la prima volta dopo aver completato Innocent Sin, e vedendo i primi eventi di Eternal Punishment, non smetterà di dirsi “voglio sapere che è successo davvero!”, fino a quando non sarà praticamente alla fine. Coinvolgente, e tentando di ironizzare in maniera comica all’interno di una trama piuttosto triste, la Atlus offre un altro capolavoro, nulla da dire.
La storyline, come già detto, è molto diretta: appena usciti da un dungeon, esattamente come nel capitolo predecessore, saremo informati su quale sarà il prossimo luogo verso cui dirigerci. In realtà la longevità stessa è un fattore determinato dal giocatore: le missioni secondarie sono quasi infinite si potrebbe dire, e per portare a termine almeno quelle di base scivoleranno via almeno una trentina di ore di gioco. La Atlus ha cercato di allungare i tempi sotto questo punto di vista, poiché gli eventi di Eternal Punishment sono numericamente inferiori se paragonati al capitolo precedente, del resto è un sequel.
Così tante cose da fare, anche nella battaglia stessa, da confondersi. Il sistema prevede una libertà assoluta per il giocatore in battaglia: affronterete i demoni per fare esperienza? Negozierete con loro per averli dalla vostra parte e invocarli sotto forma di Persona? O farete amicizia per far sì che vi diano i tarocchi dell’Arcana “Fool”?
Questo semplice trilemma vi potrebbe indurre a voler girovagare per le mappe di Sumaru per ore e ore.
Il sistema di invocazione e di sviluppo dei Persona è uguale a quello di Innocent Sin. Il bello arriva quando almeno 2 dei nostri 5 beniamini in battaglia hanno Persona compatibili tra loro: potrete realizzare le Fusion Spell, presenti solo in Persona 2. Esse non sono altro che tecniche di 2 o più Persona combinate tra loro, e con una ? % di successo, potrebbe aumentare l’affinità tra i Persona utilizzate nelle Fusion Spell, aumentando i parametri o di apprendendo tecniche che con il solo allenamento non è possibile in alcun modo apprendere.
Fuori dal battle system, Persona 2 Eternal Punishment si presenta alla mano e godevole, in termini di attesa soprattutto, comparando ad un encounter rate in Innocent Sin abbastanza elevato. Potrebbe apparire demoralizzante solo affrontare alcuni dungeon, che metteranno alla prova i nervi dei player. È brutto quando sei a un passo dalla stanza finale di un dungeon e una trappola ti fa cadere 2 piani sotto… ma i veri player affrontano anche questo, vero?
Colonna sonora un po’ più femminile, naturalmente, considerando l’inversione di ruoli. Una piccola pecca potrebbe essere il fatto che, a differenza di Innocent Sin, ci siano meno OST e soprattutto non ce ne siano di dedicate ai personaggi, eccetto Maya. Come qualità invece nulla da eccepire, basterebbe ascoltare “Everyday” o “Boss battle” per capire. Sono presenti nuove tracce, riprodotte anche dalla Atlus nei Live musicali in Giappone (Personae Rock). Il re-arrangiamento delle OST, con una maggiore presenza di sintetizzatore nel remake, fa la sua bella figura.
Tra versione PSX e PSP c’è una netta differenza, ma all’epoca non ci si poteva aspettare chissà quali risultati. Ma i veri intenditori, quelli che si sono innamorati delle “mani a pugni” di Cloud in FFVII, ameranno pure i character set di Persona 2. Nel remake invece il lavoro fatto è molto simile a quello di Innocent Sin, forse leggermente più dettagliato.
Nel complesso, Eternal Punishment funge perfettamente da anello mancante a Innocent Sin, in tutto e per tutto, allo stesso tempo fornendo una storia bilanciata, alternativa, amabile. Conosceremo meglio alcuni personaggi presenti appena in Innocent Sin, come i tre nuovi membri del party; inoltre viene spiegato, seppur non comprensibile all’inizio, il motivo dientro gli eventi di Innocent Sin.