Tempo di festeggiamenti in casa Atlus: Katsura Hashino, direttore del P Studio, ha fatto un post in merito alla pubblicazione in occidente dell’ultimo capitolo della serie, Persona 5, nelle nostre case dal 4 aprile.
“In quanto sviluppatore, non posso che dirmi felice dell’ottima recezione di Persona 5 in occidente. Non è facile comprendere appieno quanta popolarità guadagni la serie all’estero, essendo il nostro team giapponese e non potendo verificare nel dettaglio i commenti e le discussioni dei giocatori stranieri. Penso che sarebbe bellissimo poter interagire anche con i giocatori oltreoceano, ma purtroppo mi ritrovo perennemente rinchiuso in ufficio, a campare di ramen istantaneo (ride). Persona 5 è un gioco con tematiche estremamente aderenti alla società e alla politica giapponese, dunque non riesco a immaginare come deve essere per un occidentale giocarlo. Tuttavia non avevo idea di quanto effettivamente Persona 5 fosse atteso dai giocatori occidentali addirittura quando era ancora in fase di sviluppo, e questo mi ha incuriosito molto.
Forse mi sbaglio, ma ho l’impressione che generalmente le storie su persone dotate di poteri straordinari si focalizzino, se giapponesi, sul combattere un nemico proveniente dall’esterno, se invece occidentali, sul combattere un male proveniente dall’interno. È un concetto molto più profondo di quanto sembri: è come se la società stessa si incolpasse per aver dato vita a questo male, portando così lo spettatore ad immedesimarsi, qualcosa come «avrei potuto essere io». Pensate al Joker del fumetto Batman.
Persona 5 si basa esattamente su questo principio: i protagonisti combattono un male interno alla società, un male che è generato da essa, e pertanto ero sicuro che sarebbe stato accolto in maniera differente rispetto ai precedenti capitoli della serie. Ovviamente l’esperimento sarebbe potuto andare male, perciò ho provato una grandissima ansia fino alla fine. Dal momento che il gioco è stato rilasciato molto di recente, mi riservo di approfondire l’argomento una volta che avrò ricevuto più feedback da parte dell’utenza occidentale – se hanno trovato piacevole il gameplay, cosa hanno provato giocando, etc. Mi auguro che Persona 5 rimanga impresso nella memoria di coloro che lo giocheranno. Non importa a quale progetto mi dedicherò ora, il mio amore per gli RPG in grado di coinvolgere sentimentalmente e far immedesimare il giocatore al di là delle differenze culturali resterà immutato – e anzi, mi sto concentrando proprio su quest’ultimo aspetto.
Lo scorso anno, con il raggiungimento del traguardo del ventesimo anniversario della serie Persona, ho infine passato il testimone ai miei successori, annunciando che prossimamente mi occuperò di un progetto ambientato in un mondo fantasy. Che si tratti di un gioco con un’ambientazione moderna, come Persona o Shin Megami Tensei, o con un’ambientazione fantasy, il mio obiettivo è quello di creare esperienze che smuovano la conoscenza di chi gioca attraverso un viaggio, interpretando personaggi in cui ci si possa rispecchiare e a cui ci si possa affezionare.
Tutto ciò è possibile solo grazie ai fan, sia orientali che occidentali, della serie Persona e dei giochi Atlus in generale. Apprezzo il supporto che ci avete dimostrato con l’uscita di Persona 5, e spero che apprezzerete allo stesso modo anche i futuri giochi di Atlus.”
Anche il character designer Shigenori Soejima ha contribuito ai festeggiamenti con una nuova illustrazione.
Fonte: Persona Central.