In seguito al discreto successo ottenuto dal pubblico e dalla critica, era lecito aspettarsi un ritorno in qualche forma di Catherine, puzzle action dalle tinte horror/osé uscito nel 2011 su Playstation 3 e Xbox 360 e più recentemente su PC. Dopo vari anni, lo Studio Zero di Atlus ha di fatto deciso di consegnare ai giocatori un’edizione aggiornata e rifinita del titolo.
Una trama corposa:
In Catherine: Full Body seguiremo ancora una volta le vicende di Vincent Brooks, trentaduenne dall’atteggiamento passivo, incapace di prendere decisioni importanti e di affrontare cambiamenti radicali, caratteristica che lo blocca dal compiere il passo successivo nella relazione con la fidanzata storica, Katherine McBride.
L’indecisione di Vincent non passa inosservata, tanto che Katherine, stanca di essere bloccata in una relazione senza svolte, decide di spronare il fidanzato a modo suo.
A peggiorare la situazione ci pensa il primo di una serie di incubi terrificanti, in cui Vincent si ritrova, in mutande e armato solo di un cuscino, a dover scalare una torre composta da blocchi prima che questa si sgretoli facendolo precipitare nel vuoto, cosa che, come lo avvisa una voce misteriosa, lo condurrebbe alla morte nel sogno ma anche nella realtà.
Vincent, attanagliato da dubbi e timori, decide di condividere il suo dilemma con gli amici che incontra ogni sera al bar Stray Sheep. È proprio durante questa serata, appena rimasto solo, che il nostro protagonista fa la conoscenza della bella Catherine, una giovane donna che sembra incarnare tutte le caratteristiche maggiormente apprezzate da Vincent e che condivide le sue opinioni riguardo il matrimonio. La serata si rivela più piacevole del previsto per Vincent che, con suo grande orrore, si risveglia il mattino dopo a letto con una Catherine nuda avvinghiata al suo braccio.
L’incipit di base è rimasto per lo più invariato rispetto all’originale ma, in questa riedizione, la storia si infittisce e si arricchisce grazie alla presenza di ben 20 nuovi filmati, alcuni dei quali dedicati all’approfondimento della relazione di Vincent e Katherine, e all’aggiunta di un terzo interesse amoroso: Rin, personaggio notevolmente più comprensivo e meno pressante delle altre due protagoniste.
Al contrario di quel che si potrebbe pensare, l’aggiunta di Rin non risulta affatto forzata: l’inserimento è graduale ed intelligente, sfrutta nuovi dialoghi, filmati e elementi originariamente secondari per far sì che la sua presenza non risulti mai troppo invadente.
Gameplay – Blocchi, che passione!
Così come per la saga di Persona, anche Catherine: Full Body si suddivide in due sezioni: una social/esplorativa e una di gameplay puro.
Nella prima sezione, che si svolge di sera, utilizzeremo Vincent nello Stray Sheep, dove sarà possibile interagire con tutti i presenti (azione che farà trascorrere il tempo e che sbloccherà dei nuovi argomenti di dialogo), controllare i messaggi ricevuti (con il tasto triangolo) e comporre un’adeguata risposta scegliendo da una lista di frasi già prestabilite, bere birre e cocktail vari e giocare al mini-gioco Super Rapunzel, che grazie alla modalità remix presenta adesso il doppio dei livelli.
Parlare con gli altri, rispondere o non rispondere ai messaggi e alle chiamate e in generale far determinate azioni all’interno dello Stray Sheep è fondamentale, in quanto non solo andrà a determinare il destino di vari comprimari, ma anche della storia stessa, che ricordiamo avere a questo turno ben tredici finali diversi. A darci un’idea del percorso verso cui ci staremo dirigendo ci penserà una barra rappresentante la moralità di Vincent, da un lato rossa e dall’altra blu, che comparirà a destra dello schermo in seguito ad ogni risposta e decisione importante da noi presa, con l’ago pendente da un lato o dall’altro a seconda del modo in cui avremo giocato la nostra partita.
Nella seconda sezione, ovvero gli incubi notturni di Vincent, dovremo scalare delle torri composte da blocchi, usando l’ingegno per crearci una scala che ci conduca in cima, spingendo e manovrando i cubi di cui è composta la parete.
In genere le sezioni notturne sono composte da tre stage: due in cui ci dovremo limitare a scalare la torre e una terza in cui dovremo anche evitare gli attacchi delle mostruosità (diverse ogni sera) partorite dalla mente di Vincent.
Tra una sezione e l’altra avremo dato modo di riposarci in una zona franca assieme a tutte le altre “pecore” che, come noi, sono imprigionate nell’incubo. Parlare con i nostri compagni di sventura però non è l’unica attività utile da svolgere in quest’area, sarà infatti possibile scambiare le monete d’oro trovate in precedenza con oggetti dalle proprietà uniche (presenti anche nei vari livelli) che variano dalla creazione di cubi alla possibilità di far salti più alti, e rispondere alle domande di un misterioso individuo all’interno di un confessionale, domande la cui risposta influenzerà parzialmente sul percorso narrativo da noi intrapreso.
A rendere le fasi puzzle ancora più complicate ci pensa l’introduzione dei “blocchi trappola”, che, come da definizione, complicheranno e varieranno la scalata. Gli effetti dei blocchi trappola vanno dal semplice essere scivolosi allo sgretolarsi al passaggio o, nei casi peggiori, essere letteralmente letali.
Come se ciò non bastasse, più avanti bisognerà fare i conti anche con altre “pecore” pronte a colpirci a tradimento pur di arrivare in cima o, nel migliore dei casi, farci perdere del tempo prezioso intralciando il nostro cammino. Il giocatore potrà rispondere all’offesa subita colpendole a sua volta col pericolosissimo cuscino di Vincent, ma la perdita dei secondi può comunque risultare rischiosa, specie nelle fasi più avanzate in cui la struttura dei livelli diventa sempre più complessa. In tal senso è fondamentale la presenza del tasto L1, che con la sua pressione ci permetterà di annullare le azioni (e gli errori) appena compiute, seppur con dei limiti. Fondamentale è anche la mappa del livello in basso a sinistra, che ci permetterà di tenere d’occhio la caduta dei blocchi sottostanti.
Se proprio si volesse trovare il pelo nell’uovo, c’è da dire che, come nell’originale, i comandi sono a volte troppo sensibili e che la telecamera può risultare difficile da manovrare quando si cerca di porla dietro alla torre, ma quest’ultimo problema è in realtà raro.
Catherine: Full Body però non si limita a limare e ripresentare le meccaniche già presenti nel titolo originale, ma con le sue aggiunte va incontro sia a chi il gioco lo ha già divorato a suo tempo, sia a chi invece è un novizio del genere.
La prima aggiunta che va a modificare in parte il gameplay è la modalità “Remix” che è possibile scegliere ad inizio gioco. Questa aggiungerà al mix un nuovo tipo di cubo, ovvero un agglomerato di blocchi, variante nel numero e nelle forme, che non potrà essere diviso e che dovrà essere spostato nel suo insieme; si tratta di un’aggiunta interessante, capace di rendere le fasi puzzle ancora più profonde e varie.
Un’altra novità riguarda le abilità di Rin che, grazie alla melodia da lei composta col suo piano, riuscirà alle volte a rallentare il crollo dei blocchi a noi sottostanti, aiutandoci nei momenti di difficoltà.
Nonostante possa non sembrare, quest’aggiunta non danneggia affatto il livello di sfida: Catherine infatti continuerà a dar filo da torcere a tutti i videogiocatori. È forse per questo che il team di sviluppo ha pensato di aggiungere un nuovo livello di difficoltà denominato ”sicuro”, pensato per chi è interessato alla trama di Full Body ma non al suo gameplay: scegliendolo, non solo non ci si dovrà più preoccupare del tempo limite imposto dalla caduta dei blocchi, ma sarà possibile saltare direttamente le fasi puzzle. Per chi invece ne apprezza il gameplay ma si trova comunque in difficoltà, è stata aggiunta anche la funzione Auto-play, che entrerà automaticamente in funzione (anche nelle modalità più alte) in seguito al riavvio del livello e farà sì che Vincent, controllato dall’IA, scali da solo i livelli. L’Auto-Play può essere disattivato con la pressione del tasto Options.
Le migliorie di questa edizione però non riguardano solo la Story Mode, ma anche le modalità secondarie: Babel e Colosseum, adesso selezionabili sin da subito dal menù principale.
Le due modalità vantano sia livelli del tutto inediti che il supporto online, grazie a quest’ultima aggiunta è ora possibile sfidare online altri giocatori o giocare in cooperativa con un amico.
Comparto Visivo e Sonoro – Musica, maestro!
Nonostante siano passati ben 8 anni dall’uscita dell’originale e sia chiaro che Catherine: Full Body non sia un prodotto di questa generazione, è innegabile che continui tutt’oggi ad essere piacevole da guardare, grazie ad uno stile grafico particolare ispirato all’animazione giapponese, delle cutscenes già all’epoca ben realizzate e una soddisfacente pulizia generale delle texture.
Di pari passo va il lavoro svolto con la soundtrack, che con questa riedizione non solo vanta alcuni bellissimi remix, ma anche tracce nuove di zecca in linea con l’atmosfera del titolo. Nuove tracce sonore sono state aggiunte anche al Jukebox dello Stray Sheep, che adesso oltre ad alcune canzoni di Persona 3, Persona 4 e relativi spin-off presenta anche alcuni brani di Persona 5, come la bellissima Wake Up, Get Up, Get Out There e alcune sample tratte dai video di annuncio e di presentazione di Project Re Fantasy.
Riassumendo:
Catherine: Full Body è un’esperienza strana, peculiare ed accattivante, capace di affascinare chi lo gioca grazie a un gameplay divertente e appassionante e una trama estremamente matura e profonda.
Con questa riedizione lo Studio Zero è riuscito a rendere il titolo più approcciabile e vario, con delle trovate capaci di intrattenere sia nuovi che vecchi giocatori. Tra le varie novità spicca ovviamente Rin, nuovo personaggio che ben si inserisce nella trama infastidendo raramente l’equilibrio del gioco. Forse tanto basta a non renderla apprezzata da tutti, ma i più scettici saranno felici di sapere che la sua parte di storia può essere per la maggior parte ignorata.